Molte volte, sulle pagine di questo blog, ci siamo trovati su posizioni simili a quelle dei No borders, un movimento che si batte per l'accoglienza di chi fugge da luoghi pericolosi, in nome di una comune umanità.
Ma prendiamo le distanze e stigmatizziamo il comportamento di chi, come il No border Alexander S., dichiara che i morti a Dacca sono "italiani di cui non me ne può frega' de meno" (per saperne di più su queste affermazioni clicca qui o qui).
Nell'unirsi ancora una volta al cordoglio per le vittime, italiane e non, di Dacca, il Comitato Provinciale di Pesaro-Urbino della LIDU ricorda, ad Alexander Sasso e a tutti quelli come lui, che non esistono morti di serie A e di serie B.
Che sullo stesso piano stanno tutti i morti per l'intolleranza e la violenza estremista, per il razzismo e il furore xenofobo di qualsivoglia matrice.
Sono vittime dell'intolleranza il ragazzo nigeriano morto a Fermo, i poliziotti trucidati in Texas, le vittime di Dacca.
Perché o i diritti umani sono rivolti agli esseri umani tutti, o non sono.
L'umanità sta sotto il colore della pelle, sotto le posizioni politiche e il credo religioso, sotto il sesso e gli orientamenti di genere. E' qualcosa che unisce tutti.
L'umanità non dipende dal colore della pelle; esattamente come l'imbecillità, caro Alexander.
La differenza tra noi e te sta tutta qui: pur non apprezzando minimamente le tue idee, se i tuoi diritti venissero violati, non ci sentiresti mai dire che sei "un italiano di cui non ce ne può frega' de meno".
Fonti: libero.it, sanremonews.it
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